Un futuro auspicabile per l’arrampicata
Sotto il camino stretto della via L'aspettativa dei mondi superiori.
Durante una serata alla SAT di Rovereto è stato proiettato il film “Valle della Luce” di Alberto Beltrami e Lia Giovanazzi Beltrami. Il film racconta la storia dell'arrampicata in Valle della Sarca dagli inizi degli anni '30 fino ai giorni nostri. Dalla successiva discussione con Marco Furlani e Maurizio Giordani ne è uscito chiaramente che si sta cercando un nuovo ideale nell'alpinismo e in particolare nell'arrampicata. L'alpinismo attuale, basato su criteri sportivi e su una sicurezza spesso esagerata, non è del tutto soddisfacente, così come un ritorno alle antiche tradizioni dell'alpinismo classico ed eroico.
Questo mi ha fatto venire in mente un'esperienza che ho vissuto molti anni fa. Abbiamo scalato le cosiddette “Schlemmerrisse”, un via sulla Fleischbank nel Wilden Kaiser. Questa via è caratterizzata da fessure verticali, dalla difficoltà continua fino al settimo grado e con assicurazioni con friend e dadi. Eravamo in buona forma e siamo riusciti a fare bene il percorso. Di solito c'è un senso di soddisfazione dopo un'impresa così ben riuscita. Ma invece di gioia e contentezza, quel giorno venne alla mente la domanda sul senso e valore dell'arrampicata. Non ho trovato risposta a questa domanda e ho arrampicato poco nel tempo seguente.
Sotto il camino stretto della via L'aspettativa dei mondi superiori.
L'incontro e la ripresa dell'arrampicata con il mio compagno di gioventù, Heinz Grill, ha portato nuovi valori all'arrampicata. La relazione che l'arrampicatore sviluppa con la montagna, con la natura, con le formazioni rocciose e infine con se stessi è un fattore decisivo per Heinz Grill. Queste relazioni, questa sensazione di connessione danno un valore spirituale che può dare più soddisfazione e appagamento di qualsiasi prestazione sportiva, per quanto grande possa essere. Ma come si può trovare una relazione più profonda, da non confondere con le emozioni veloci?
Sulla placca alla fine del 4° tiro della via Selene alla parete San Paolo .
Quella sera a Rovereto, Marco Furlani ha ricordato con grande apprezzamento le vie di arrampicata che Heinz Grill ha aperto insieme agli amici nella Valle del Sarca e nelle Dolomiti. Queste vie, che spesso attraversano una parete con linee molto varie, sono progettate secondo determinati criteri: difficoltà omogenee, roccia solida, pulizia dalla terra e dalla vegetazione, seguendo le belle forme della roccia, utilizzando protezioni adeguate alla difficoltà e linee logiche, queste caratteristiche conferiscono alle vie un ritmo e un'armonia che soddisfano con gioia il senso della bellezza nell'arrampicatore. È il “bello”e l'“estetico” che attraggono le persone interiormente e dove trovano il piacere di entrare in relazione. Si è cercato di realizzare questo aspetto nell’apertura delle nuove vie.
Queste vie collegano anche i due stili d'arrampicata polarmente opposti, menzionati all'inizio. Da un lato c'è l'arrampicata eroica e avventurosa, che tende al pericolo, dall'altro c'è l'arrampicata molto incentrata sulla sicurezza e basata su criteri puramente sportivi. Si potrebbe dire che queste vie nuove creino un incrocio armonico tra questi stili contrastanti, fornendo una nuova prospettiva e creando così un equilibrio. Creano una “pace”. La Valle del Sarca potrebbe quindi essere considerata come una “valle della pace”.
Franz Heiss